top of page
Search

Tempo di bilanci - primo mese

  • Writer: Francesca Carbone
    Francesca Carbone
  • Jan 7, 2018
  • 2 min read

Ad un mese dal mio arrivo in Senegal ho imparato che in Africa si può soffrire il freddo e che è difficile comprare una felpa che non sia di seconda mano; che in qualsiasi modo ti vesti è come se indossassi sempre uno degli abiti della Clerici a Sanremo perchè ci sarà comunque una dozzina di occhi a fissarti; che se saluti con un Salamhaleikum poi smettono di fissarti; che la frase passpartout Mangui wax wolof tuti tuti (parlo wolof poco poco) non è per nulla utile allo scopo, anzi sollecita dialoghi improbabili in lingue non definibili; che si può conversare anche senza parlare; che il silenzio non esiste e i minuti di silenzio durano meno di trenta secondi; che il tempo è relativo, tanto; ma che quando speri che quell'evento così interessante inizi con le solite tre ore di ritardo, invece no, arrivi che è già terminato; che non ha senso fare progetti perché inchalla; che allah non beve e non fuma, e in quei casi ci si ricorda che esiste Dio; che a Natale aggiungi un posto a tavola che ci sono dieci amici in più ed è subito casa; che la Teranga esiste e se vieni invitato a pranzo la frutta è un bel dono per l'ospite; che la frutta costa tantissimo e arriva dal Marocco e dall'Europa; che le capre per strada mangiano chili di spazzatura; che le strade sono molto pericolose e che le auto non frenano mai alla vista di un pedone, al massimo suonano il clacson (se ce l'hanno); che quasi tutti i taxi hanno come grigri una coda di cavallo attaccata alla marmitta che striscia a terra (meglio se ci attacchi anche la scarpina sinistra di un bambino); che è sempre bene dire bismillah quando sali in macchina perché non sai quando parti e nemmeno se arrivi; che passeggiare col naso all'insù dà grandi soddisfazioni, ma forse è meglio guardare dove metti i piedi; che quando soffia l'harmattan non vale la pena lavarsi i capelli che tanto la sabbia del deserto ricopre ogni cosa e il cielo diventa arancione; che le donne senegalesi invece sono sempre tutte pulite, profumate e impomatate (e su di loro il burro di karité non puzza di vacca); che la notte invece del Carro si vede sempre Orione; che una doccia gelata è pur sempre meglio di una doccia senz'acqua; che l'acqua si può vendere in sacchetti di plastica monodose, come l'olio e il latte cagliato; che con 10 baguette e Chocopain puoi fare felice un centinaio di bambini talibés; che sono in tanti a pensare alla felicità dei talibés, che sono troppi; che Guet Ndar è davvero pieno pieno di persone come le nostre strade in tempo di sagra; che nelle piroghe i pescatori stanno in piedi diritti mentre cavalcano l'oceano; che chi non può star in piedi e altri disabili possono ballare le danze africane; che se non balli è meglio che balli; che c'è ancora così tanto da imparare che per fortuna questo è solo il primo mese.


 
 
 

Comments


bottom of page